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Associate
Clinical Professor of Medicine, Mount
Sinai Medical School, New York, NY,
USA
Buona parte della pratica
medica ruota attorno alle conseguenze
delle interazioni dei farmaci con
i processi metabolici, conseguenze
che non erano state previste alla
scoperta delle molecole. Come - ad
esempio - per i nuovi agonisti dei
PPAR, con effetti sia sui recettori
nucleari alfa, sia su quelli gamma.
Tali effetti sono, forse casualmente,
complementari. I PPAR alfa-agonisti
sembrano infatti agire a livello degli
epatociti, aumentando il metabolismo
degli acidi grassi, riducendo i livelli
di trigliceridi grazie a un aumentato
catabolismo, mentre i PPAR gamma-agonisti
agiscono principalmente sull'adipocita,
aumentando l'uptake degli acidi grassi
liberi, spesso con un effetto anche
sui trigliceridi. Entrambi aumentano
i livelli di colesterolo HDL. I PPAR
gamma-agonisti, ma non - apparentemente
- i PPAR alfa-agonisti, aumentano
la sensibilità insulinica.
(I dati di un poster presentato al
63° Congresso annuale dell'ADA
indicavano tuttavia che il fenofibrato
potenzia gli effetti dell'esercizio
nel ridurre il grasso viscerale e
aumentare la sensibilità insulinica,
in un modello animale di diabete di
tipo 2).
Entrambi potrebbero
avere effetti pleiotropici, forse
di straordinaria importanza, compresi
effetti antiaterosclerotici. Diverse
aziende farmaceutiche hanno presentato
studi effettuati con i due PPAR agonisti
combinati, suggerendo un effetto positivo
sui livelli glicemici per lo meno
pari a quello dei glitazoni, un maggior
vantaggio sul profilo lipidico e,
forse, un effetto sull'endotelio vascolare.
I composti indagati
fin'ora negli esseri umani, tuttavia,
hanno determinato una ritenzione di
liquidi superiore a quella del rosiglitazone
e del pioglitazone, e non sono stati
sviluppati. Nonostante al meeting
dell'ADA vi fossero 6 o 7 presentazioni
riguardanti tali sostanze, nessuno
ha presentato studi clinici.
Ci si potrebbe chiedere
se si osservino particolari benefici
dalla somministrazione contemporanea
di pioglitazone o rosiglitazone e
gemfibrozil o fenofibrato. Di certo,
non evidenti; ma anche un modesto
beneficio sulla riduzione dell'HbA1c
potrebbe non essere evidenziabile
con la semplice pratica clinica, e
sarebbe non per questo di scarsa importanza.
Potrebbero esserci vantaggi particolari
in termini di protezione dalla patologia
cardiovascolare? O comparirebbero
particolari effetti indesiderati?
L'edema potrebbe essere aggravato
dall'aggiunta dei fibrati ai glitazoni?
La conta leucocitaria si ridurrebbe?
Si associa un maggior aumento ponderale?
Molti abstract presentati
al convegno dell'ADA suggeriscono,
in modo analogo, effetti collaterali
o positivi di trattamenti esistenti.
In un interessante esperimento condotto
sui cani, il gruppo di Richard Bergman[1]
ha somministrato gli agenti antipsicotici
olanzapina o risperidone per 4 settimane,
riscontrando un importante aumento
di tessuto adiposo, specialmente con
l'olanzapina, che ha inoltre compromesso
la soppressione insulinica della produzione
epatica di glucosio. Tali effetti
metabolici potrebbero avere conseguenze
sfavorevoli. In un'analisi condotta
su più di 600 pazienti, il
19% di quelli trattati con olanzapina,
il 13% di quelli trattati con placebo
e l'8% di quelli che hanno ricevuto
una nuova molecola, l'aripiprazolo,
hanno sviluppato la sindrome metabolica[2]
, suggerendo un maggior rischio di
diabete e di malattia cardiovascolare.
Al contrario, l'anticonvulsivante
topiramato sembra esercitare un certo
numero di importanti effetti positivi
legati al diabete. I suoi effetti
sono stati analizzati da sette presentazioni.
Il farmaco ha ridotto i valori pressori,
l'HbA1c, il colesterolo e migliorato
la neuropatia in uno studio[3].
In un altro studio, condotto su 376
persone in sovrappeso che avevano
perso peso con una dieta intensiva
di 8 settimane e un programma di attività
fisica, ed erano successivamente state
trattate con topiramato o placebo
per 44 settimane, i risultati indicano
che il farmaco ha mantenuto e persino
incrementato il calo ponderale[4].
È quasi
opprimente scoprire quanto c'è
ancora da imparare. Cinque giorni
di meeting, ben oltre le 100 letture,
quasi 2000 poster e presentazioni
e più di 10.000 partecipanti,
tutti con idee interessanti sul diabete
- per non parlare dei ristoranti di
New Orleans
Fortunatamente vi
sono state alcune indicazioni positive
legate all'alimentazione. Le mandorle
favoriscono il calo ponderale[5].
L'orlistat sembra essere altrettanto
efficace, nella prevenzione del diabete,
rispetto al personal trainer e alla
modificazione dello stile di vita
del Diabetes Prevention Program[6,7].
L'approccio dietetico ad elevato contenuto
proteico non sembra essere più
efficace di ogni altra dieta[8].
E, concludendo, Pacini e collaboratori
[9]
(Padova, Italia), hanno presentato
dati secondo i quali l'alcol migliora
realmente la tolleranza al glucosio
nei soggetti diabetici.
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Bibliografia di
riferimento
1. |
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M, Catalano K, Ionut V, et al.
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