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June 13 - 17, 2003, New Orleans, Louisiana



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Editoriale: Considerazioni sull'ipertensione
Zachary T. Bloomgarden, MD

  Associate Clinical Professor of Medicine, Mount Sinai Medical School, New York, NY, USA

Il Seventh Report of the Joint National Committee on Prevention, Detection, Evaluation, and Treatment of High Blood Pressure, noto come JNC7[1], è stato pubblicato nel maggio 2003 con importanti indicazioni per il trattamento dell'ipertensione nelle persone affette da diabete mellito. La pressione arteriosa sistolica ideale per un paziente diabetico è <130 mmHg, e quella diastolica <80 mmHg - entrambe inferiori di 10 mmHg rispetto ai valori ideali per i soggetti non diabetici.

All'ADA chi qui scrive ha avuto un'interessante conversazione con un famoso esperto di ipertensione riguardo un importante aspetto in proposito: evitare un eccessivo abbassamento della pressione diastolica, soprattutto in soggetti con una patologia cardiaca ischemica sintomatica, per i quali la perfusione coronaria potrebbe ridursi per valori inferiori a 70 mmHg. Alcuni ritengono sia preferibile evitare di scendere sotto i 60 mmHg. E, naturalmente, poiché il diabete può associarsi all'assenza di sintomatologia manifesta di patologia coronarica, dovremmo applicare tali considerazioni per tutti i soggetti a rischio?

Considerata la rigidità delle arterie con ampie escursioni pressorie, caratteristica di molte persone diabetiche anziane, tali considerazioni suggeriscono che spesso è preferibile evitare di raggiungere i livelli sistolici ideali. Se ad un soggetto diabetico con una pressione arteriosa di 180/80 riduciamo la pressione sistolica a 130, scenderà di 50 punti anche la pressione diastolica, andando a 30? O questa si ridurrà in maniera proporzionale, ad esempio a 58? In entrambi i casi una tale riduzione dei valori pressori è imprudente. Certamente, c'è un problema di "curva a forma di J": una riduzione insufficiente dei valori pressori, o una eccessiva, causano conseguenze sfavorevoli. Vale la pena notare come nessuno degli studi utilizzati per redigere le raccomandazioni sulla pressione arteriosa del JNC7 abbia ridotto nel gruppo d'intervento i valori pressori medi fino a raggiungere il goal indicato. Ad esempio, i dati sulla riduzione pressoria dello studio UKPDS[2] si basano sull'analisi di 1148 pazienti affetti da ipertensione: un terzo dei pazienti è stato randomizzato come gruppo di controllo, con una pressione di circa 154/87, mentre gli altri due terzi sono stati trattati in modo "intensivo" con captopril o atenololo, raggiungendo un livello medio di 144/82. Il trattamento ha ridotto la mortalità legata al diabete di quasi un terzo, gli endpoint microvascolari di oltre un terzo e gli ictus di quasi la metà.

Un altro interessante argomento sul quale abbiamo discusso sono i potenziali effetti negativi dei farmaci antiipertensivi sulla glicemia. Secondo il JCN7, che si basa principalmente sui dati dell'Antihypertensive and Lipid-Lowering Treatment to Prevent Heart Attack Trial (ALLHAT)[3] e sull'UKPDS, come prima scelta terapeutica per i pazienti diabetici si dovrebbero utilizzare diuretici tiazidici e sia ACE-inibitori (ACEI), sia inibitori del recettore dell'angiotensina (ARB). Indipendentemente da quale di questi si adotti come prima scelta, successivamente si dovrebbe scegliere la combinazione di un tiazidico con un ACEI o un ARB, aggiungendo i beta-bloccanti come terzo agente, con i calcioantagonisti raccomandati come terza scelta alternativa o come quarto trattamento. Tuttavia, la dose di clortalidone utilizzata nell'ALLHAT era più potente della dose di idroclorotiazide solitamente raccomandata (12,5-25 mg), provocando un maggior rischio di diabete. L'atenololo provocava effetti indesiderati sul peso e sulla glicemia nell'UKPDS. I calcioantagonisti non diidropiridinici potrebbero essere non indicati in caso di proteinuria. Il mio illustre collega mi ha detto che non devo preoccuparmi di tali effetti, e consiglia di usare la combinazione più efficace per ridurre la pressione arteriosa. Sarà vero?

Uso certamente i diuretici, ma mi astengo dall'utilizzare alte dosi. Utilizzo regolarmente i beta-bloccanti, specialmente nei pazienti con diabete e riduzione della funzione cardiaca, o un recente evento coronarico, ma i beta-bloccanti puri possono avere un profilo metabolico meno appetibile, rispetto ai beta-bloccanti con azione anche alfa-bloccante. Altro suggerimento fornitomi dal collega è quello di utilizzare insieme, nei pazienti con ipertensione arteriosa resistente, calcioantagonisti diidropiridinici e non diidropiridinici, trattamento altrettanto efficace rispetto al minoxidil in questa categoria di persone.

 

Bibliografia di riferimento

1. 1. US Department of Health and Human Services. JNC 7 Express. The Seventh Report of the Joint National Committee on Prevention, Detection, Evaluation, and Treatment of High Blood Pressure. Available on the NHLBI Web site at
http://www.nhlbi.nih.gov/ guidelines/hypertension/jncintro.htm or from the NHLBI Health Information Center, PO Box 30105, Bethesda, MD 20824-0105. Phone 301-592-8573 or 240-629-3255 (TTY); Fax: 301-592-8563.
2. 2. UK Prospective Diabetes Study Group. Efficacy of atenolol and captopril in reducing risk of macrovascular and microvascular complications in type 2 diabetes: UKPDS 39. BMJ. 1998;317:713-720.
3. 3. The ALLHAT Officers and Co-ordinators for the ALLHAT Collaborative Group. Major outcomes in high-risk hypertensive patients randomized to angiotensin converting enzyme inhibitor or calcium channel blocker vs diuretic. The Antihypertensive and Lipid-Lowering Treatment to Prevent Heart Attack Trial (ALLHAT). JAMA. 2002;288:1981-1997.

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