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America Latina
Il 18° Congresso dell'International Diabetes
Federation (IDF) di Parigi è stato
fra l'altro anche occasione di confronto dei
dati epidemiologici internazionali. La Dott.ssa
Martha De Sereday (Buenos Aires, Argentina)
ha presentato dati sull'America Latina, dove
la prevalenza di obesità (BMI >30)
varia dal 10 al 30%, con percentuali di soggetti
in sovrappeso che, in Argentina, arrivano
al 38% della popolazione adulta. In questo
paese, la prevalenza del diabete mellito tra
gli adulti è del 7-8%, il 50% dei quali
circa è affetto anche da dislipidemia,
ipertensione e obesità. Le caratteristiche
metaboliche dei pazienti, alla diagnosi di
diabete, sono simili a quelle descritte nel
Regno Unito dall'United Kingdom Prospective
Diabetes Study (UKPDS), così come la
prevalenza di complicanze microvascolari presenti
al momento della diagnosi. Nella popolazione
degli indios Mapuche, che hanno recentemente
adottato uno stile di vita più moderno,
la prevalenza di obesità è notevolmente
aumentata, con un aumento parallelo dei casi
di diabete (dall'1% al 3,6% nelle aree rurali,
e all'8,6% nelle aree urbane) [1]. Nella
casistica raccolta dalla Dott.ssa De Sereday
a Buenos Aires, sulla base dell'analisi
della relazione tra casi di diabete gestazionale
identificati tramite screening e neonati
macrosomici, si sono dimostrati efficaci
per fare diagnosi di diabete il test con
50 g di glucosio, con valutazione della
glicemia dopo 1 ora (glicemia >137 mg/dl)
e quello con 75 g con valutazione glicemica
dopo 2 ore (glicemia >119 mg/dl). Per
quanto riguarda il diabete di tipo 1, la
prevalenza osservata è risultata
dello 0,042% nella fascia di età
3-13 anni e dello 0,125% in quella 13-20
anni. L'incidenza (6,5/100.000 bambini/anno)
pare non essere aumentata negli ultimi anni.
Paesi arabi
Il Dott. Albach [2] ha tracciato un quadro
della malattia in 22 paesi del mondo arabo,
per una popolazione complessiva di 300 milioni
di individui. La prevalenza di diabete è
aumentata dal 2-3% negli anni precedenti
il 1980 al 5-16% attuale, con dati eccedenti
il 10% degli adulti in paesi come la Giordania,
la Libia, il Marocco, l'Oman e il Pakistan.
L'obesità riguarda una percentuale
compresa tra il 16% e il 50% dei diabetici,
in questa regione; dislipidemia e ipertensione
arteriosa sono presenti, rispettivamente,
in percentuali comprese tra 20-38% e 24-46%
con tassi elevati di prevalenza di nefropatia
e retinopatia [3].
Il diabete nelle popolazioni indigene
Il Dott. Bernard Zinman (Toronto, Canada),
presentando la "Banting and Best Memorial
Lecture" sul "Diabete nelle popolazioni
indigene: sfide e successi" [4], ha
sottolineato come l'elevata incidenza del
diabete tra queste popolazioni sia globale:
dagli indiani Pima in Arizona, ai Nauru
nel Pacifico, agli aborigeni australiani
e ai Maori in Nuova Zelanda, agli Inuit
in Groenlandia, e agli Oji-Cree nell'Ontario
(Canada). Queste popolazioni hanno in comune
una storia recente di colonizzazione, di
perdita dei valori culturali tradizionali
e dei loro stili di vita, ma anche della
loro lingua e della religione; tassi di
disoccupazione elevati; una sensazione di
oppressione da parte della società
dominante; ma soprattutto modificazioni
drammatiche della loro alimentazione e della
spesa energetica.
Tra gli individui della popolazione degli
Oji-Cree, che detiene il terzo posto tra
le popolazioni a più elevata prevalenza
di diabete di tipo 2, le malattie metaboliche
hanno soppiantato quelle infettive (soprattutto
la tubercolosi) come flagello della comunità.
Il Dott. Zinman ha parlato di un progetto
di prevenzione primaria (The Sandy Lake
First Nation Health and Diabetes Project),
rivolto soprattutto ai soggetti in età
scolare, che tenta di fornire consigli nutrizionali
e di favorire l'attività fisica.
È stato realizzato anche un sito
web [5], nel tentativo di creare un collegamento
virtuale tra le comunità indigene
sparse per il globo.
Test di screening
Il Dott. Deedwania e coll. [6] hanno presentato
i risultati di uno screening di tolleranza
al glucosio multinazionale condotto su 17514
soggetti senza diabete noto. Questi soggetti
avevano 50 anni o più, con un'anamnesi
per patologia cardiovascolare (CVD) positiva,
o almeno 55 anni, con la presenza di fattori
di rischio CDV. Solamente il 35% di questi
soggetti è risultato avere una normale
tolleranza al glucosio, e ben il 23% possedeva
i criteri di diagnosi di diabete; il 30%
aveva un IGT [impaired glucose tolerance],
e il 12% un IFG isolato [impaired fasting
glucose; glicemia basale = 110-125 mg/dl].
L'intento dello studio era quello di identificare
una popolazione per la quale fosse particolarmente
utile lo screening per il diabete; dopo
aggiustamento dei dati per età, etnia,
sesso e BMI sono risultati fattori di rischio
associati ad un anormale metabolismo glicidico
l'ipertensione arteriosa, il colesterolo
HDL, i trigliceridi e la presenza di albuminuria.
In un altro studio sono stati sottoposti
a screening 50 soggetti selezionati a caso
tra coloro che, senza un diabete noto, erano
stati ospedalizzati con una glicemia, al
momento del ricovero, compresa tra 126 e
200 mg/dl. Garg e coll. [7] hanno rilevato
nel 20% di essi criteri diagnostici di diabete,
e nel 40% di IGT, suggerendo un altro sottogruppo
di individui facilmente identificabili che
potrebbe trarre particolare beneficio da
uno screening glicemico.
Pratica clinica: differenze tra
paesi diversi
Alcuni lavori hanno permesso di confrontare
aspetti di pratica clinica, tra i diversi
paesi, rilevandone le differenze. I dati
retrospettivi presentati dal Dott. Bowman
e coll. [8], riguardanti 1095 soggetti affetti
da diabete di tipo 2 osservati negli USA
nel periodo 1997-2000, indicano un calo
nell'impiego di sulfoniluree (SU) in monoterapia,
nel periodo di osservazione, dal 64% al
36%. L'utilizzo della monoterapia con metformina
è rimasto relativamente costante
(dal 17 al 15%), mentre l'associazione metformina
+ SU è aumentata dal 5 al 18%; l'utilizzo
di insulina da sola è rimasto stabile
(11-12%), mentre l'associazione insulina
+ ipoglicemizzanti orali è aumentata
dall'1 al 2%. Complessivamente, i trattamenti
combinati sono passati dal 6 al 27%. I livelli
medi di HbA1c, tuttavia, hanno subito (in
questo periodo) solamente una modestissima
riduzione: dall'8,4 all'8,2%.
I dati riguardanti 11418 soggetti diabetici
seguiti presso 28 diversi centri del Giappone,
presentati dal Dott. Kanatsuka e coll. [9],
indicano che l'80% di questi soggetti sono
in terapia orale (l'80% di questi, in monoterapia,
prevalentemente una SU). Il 30% di questa
popolazione è in trattamento insulinico:
solamente il 35% di questi in associazione
con ipoglicemizzanti orali.
Per quanto riguarda l'Europa, lo studio
del Dott. Mulnier e coll. [10] ha analizzato
i dati relativi al periodo 1992-2000 di
un database di medici di medicina generale
del Regno Unito. In tale lasso di tempo,
la percentuale di pazienti passati a terapia
insulinica è cresciuta dal 3,4 al
5,6%.
Bibliografia di riferimento
- De Sereday M. Epidemiology of diabetes:
from seeding to harvest. Bernardo Houssay
Memorial Lecture. Presented at the 18th
International Diabetes Federation Congress;
August 24-29, 2003; Paris, France.
- Albach NM. Increased prevalence rate
of diabetes mellitus and associated risk
factors in the Arab world. Presented at
the 18th International Diabetes Federation
Congress; August 24-29, 2003; Paris, France.
Poster 1364.
- Diabetes in Arab World. Web site. Available
at www.arabdiabetes.org.
- Zinman B. Diabetes in indigenous people:
challenge and successes. Banting and Best
Memorial Lecture. Presented at the 18th
International Diabetes Federation Congress;
August 24-29, 2003; Paris, France.
- Sandy Lake Health and Diabetes Project.
http://www.sandylakediabetes.com
- Deedwania PC, Krum H, Horton E, et
al. NAVIGATOR trial shows a relationship
between cardiovascular disease risk factors
and abnormal glycemic status. Presented
at the 18th International Diabetes Federation
Congress; August 24-29, 2003; Paris, France.
Abstract 1414.
- Garg R, Gopal J, Agarwal AK, Jones
GR. Screening for type 2 diabetes: recognition
of a new high risk population. Presented
at the 18th International Diabetes Federation
Congress; August 24-29, 2003; Paris, France.
Poster 1501.
- Bowman L, Hayes RP, Long S, Chang S,
Crown W. Diabetes drug prescribing patterns
in managed care. Presented at the 18th
International Diabetes Federation Congress;
August 24-29, 2003; Paris, France. Poster
1438.
- Kanatsuka A, Kobayashi M, Takagi H.
Actual using status of insulin preparations
and oral hypoglycemic agents in Japan?
CoDiC-based analysis of clinical data
obtained at multiple institutions. Presented
at the 18th International Diabetes Federation
Congress; August 24-29, 2003; Paris, France.
Poster 1365.
- Mulnier HE, Bromley S, de Vries C,
Lawrenson R. Conversion rate to insulin
in patients with type 2 diabetes. Presented
at the 18th International Diabetes Federation
Congress; August 24-29, 2003; Paris, France.
Poster 1384.
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