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Introduzione
Il 18° Congresso dell'International
Diabetes Federation (IDF) ha radunato 15000
esperti di diabete da tutto il mondo, tra
i quali numerosi pazienti. Una stima attendibile
ha calcolato attorno al 20% la percentuale
di soggetti partecipanti al congresso affetti
dalla malattia. La parte dei lavori dedicata
a "Vivere con il diabete" ["Life
With Diabetes"] ha consentito la condivisione
di esperienze tra pazienti e l'interazione
con i curanti, i volontari e i rappresentanti
delle case farmaceutiche. Con l'obiettivo
di migliorare la qualità della vita
dei pazienti, è stata effettuata
una riflessione storica, una valutazione
critica delle situazioni attuali e una riflessione
sul futuro.
Programmi educazionali
Nella lettura di apertura alla sessione,
il presidente per l'Europa dell'IDF, il
Dott. Wim Wientjens [1], riconoscendo il
ruolo sempre più importante delle
sponsorizzazioni e della pubblicità
data alle campagne educazionali sul diabete,
ha invitato aziende farmaceutiche e sanitari
a fornire accurate informazioni ai pazienti,
ai medici e al pubblico.
Nel simposio intitolato "Partnership:
lo sviluppo di relazioni mutualmente vantaggiose",
Bridget Turner [2], portavoce di Diabetes
UK (precedentemente denominata British Diabetic
Association), ha discusso dei problemi etici
che possono derivare dalle sponsorizzazioni,
illustrando le soluzioni adottate da Diabetes
UK a protezione dalle ingerenze da parte
delle ditte che offrono finanziamenti: non
più del 20% delle entrate complessive
di Diabetes UK deriva dal settore commerciale,
e ogni sponsor non può offrire, annualmente,
più del 5% di questa quota.
Il senatore Guy Barnett [3] (Tasmania,
Australia) ha relazionato su come i rapporti
tra governo e industria a proposito di salute,
alimentazione, educazione, media e pubblicità
possano diventare "parte della soluzione,
invece che parte del problema".
Chaya Cohen [4] ha illustrato i programmi
educazionali della Israel Diabetes Association.
Inserzioni pubblicitarie sui quotidiani
e in televisione forniscono informazioni
di base sul diabete, attraendo nuovi membri
all'organizzazione. Angelique Mvom Salome
[4], infermiera che si occupa di educazione
ai diabetici in Camerun, ha parlato dei
problemi comunicativi in una popolazione
per larga parte indigente e analfabeta.
Dal momento che insulina e ipoglicemizzanti
orali non possono guarire dal diabete, i
pazienti e i loro familiari si affidano
a guaritori e santoni della cultura popolare
(chiamati "tradipracticiens").
Questi guaritori, provocando scarificazioni
su piedi e arti inferiori nel tentativo
di far "uscire il diabete dai pazienti",
attentano gravemente alla loro salute. Il
cattivo compenso metabolico rallenta la
guarigione delle ferite e riduce le resistenze
individuali alle infezioni, portando a dover
amputare molti pazienti, tra coloro che
si salvano. Angelique Mvom Salome ha realizzato
una serie di poster per spiegare che i tradipracticiens
non sono "pour des diabetiques"
(per i diabetici).
Il Dott. Shaukot Sadikot [4], fondatore
di Diabetes India, ha trattato dei problemi
connessi all'assistenza diabetica in un
paese di 1 miliardo e duecento milioni di
persone che parlano più di 300 dialetti,
e con un'incidenza di diabete del 3,3%.
Diabetes India pubblica una rivista specialistica
trimestrale e una newsletter bimensile per
i medici di famiglia. Il sito web di Diabetes
India è visitato ogni mese da 300.000
persone.
In un simposio dedicato all'organizzazione
dell'educazione dei pazienti diabetici su
vasta scala, Ingrid Mühlhauser [5]
ha descritto il programma educazionale a
Düsseldorf, volto ad insegnare ai pazienti
come calcolare la quantità d'insulina
da iniettarsi secondo le diverse esigenze
individuali. A differenza degli algoritmi
tradizionali, che insegnano ai pazienti
come correggere l'iperglicemia con quantità
incrementali d'insulina, il programma educazionale
tedesco si pone l'obiettivo di evitare gli
aumenti glicemici. A distanza di 10 anni,
i soggetti che hanno partecipato al programma
hanno ottenuto livelli inferiori di HbA1C
rispetto ai soggetti che utilizzavano gli
algoritmi tradizionali, con un minor numero
di ipoglicemie.
La presentazione di Margalit Goldfracht
[6] ha descritto gli sforzi per contenere
la spesa legata al diabete dell'organizzazione
sanitaria israeliana Clalit. Poiché
il 70% dei medici israeliani si è
formato all'estero, si è individuata
come priorità principale la standardizzazione
dell'educazione dei provider.
Lotta per la giustizia
L'argomento delle relazioni è divenuto,
nel simposio "In Lotta per la giustizia",
la discriminazione dei soggetti diabetici.
Il Dott. Gazahala Rafique [7] ha tenuto
una sconvolgente relazione sulla situazione
del suo paese, il Pakistan. Egli ha spiegato
che la maggior parte dei pakistani vedono
l'uso dell'insulina come una tossicodipendenza:
una volta iniziata, non se ne può
fare a meno. Alcune donne diabetiche sottostanno
alla razionalizzazione del farmaco da parte
dei loro familiari e amici, che tentano
di disassuefarle dalla loro "dipendenza".
Le donne diabetiche sono generalmente destinate
a non trovare marito, e per ciò i
familiari ne nascondono le condizioni sanitarie
nelle negoziazioni che precedono i matrimoni
combinati. Di conseguenza, giovani ragazze
subiscono poi il divorzio, che le discrimina
ulteriormente. Le diabetiche gravide vengono
accusate di attentare alla vita dei loro
feti, trasmettendo loro la propria tossicodipendenza.
Anche i maschi diabetici vengono guardati
con sospetto, ma il loro sesso li pone al
riparo dalla discriminazione subita dalle
donne.
Nel workshop "Accesso all'Insulina"
[8] sono stati discussi i problemi legati
alla produzione, alla distribuzione e ai
costi dell'insulina. Quando i governi di
paesi in via di sviluppo ricevono in dono
forniture da nazioni occidentali, l'insulina
può rimanere a temperatura ambiente
per mesi, e deteriorarsi. In Africa, poi,
molte persone fanno lunghe code due volte
al giorno per ottenere l'insulina da iniettarsi;
questo non perché non possano conservare
l'insulina in casa (una buca nella sabbia,
all'ombra, sarebbe sufficiente), ma poiché
solo i sanitari sono capaci di calcolare
la quantità di insulina in flaconi
di 40 U/ml da iniettare con siringhe da
100 U/ml.
In Brasile, i diabetici devono affrontare
i problemi legati agli approvvigionamenti
e quelli di conservazione: solo il 30% delle
farmacie ha energia elettrica sufficiente
per conservare l'insulina in refrigerazione,
quindi molti pazienti devono spendere molto
tempo e denaro in viaggi per procurarsi
l'ormone. Molti paesi in via di sviluppo,
inoltre, non possono permettersi la spesa
dell'acquisto dell'insulina prodotta all'estero;
alcuni di essi, come l'India, riescono a
fronteggiare le richieste grazie alla produzione
di compagnie farmaceutiche locali, che hanno
ridotto i costi del 40%. Si potrebbero salvare
molte più vite, se i finanziamenti
occidentali venissero utilizzati per finanziare
impianti per la produzione locale di farmaci
e device.
Storie incoraggianti
Un altro simposio ha dato voce a chi lavora
nel tentativo di superare le discriminazioni
alle quali sono sottoposti i diabetici;
è il caso di John Bowis [9], europarlamentare
londinese che sta lavorando per far sì
che il diabete divenga un tema centrale
della politica dell'Unione Europea. Douglas
Cairns [10], pilota della Royal Air Force
esonerato dopo che gli venne diagnosticato
un diabete di tipo 1, ha girato il mondo
su piccoli velivoli di una compagnia aerea
privata americana con al fianco un "pilota
d'emergenza" (per ragioni legali e
assicurative: ma non è mai stato
necessario il suo intervento durante un
volo). La sua lotta è servita per
dimostrare che un buon compenso glicemico
permette anche a un pilota diabetico di
volare in sicurezza, e per raccogliere informazioni
sulla gestione del diabete nei diversi paesi
del mondo. Il pilota rimase esterrefatto
quando apprese che nell'isola di Christmas,
dove l'incidenza del diabete è del
10%, un solo reflettometro veniva utilizzato
per misurare la glicemia di 4000 soggetti
residenti. Egli prosegue tuttora la sua
lotta nei confronti delle leggi discriminatorie
verso i diabetici e a sostegno dei pazienti
che non vengono sottoposti ad assistenza
adeguata.
L'endocrinologo brasiliano Rogerio F.O.
Correa [11], fondatore dell'associazione
diabetica nazionale ADILA, ha raccontato
come la sua vita, iniziata nel 1932 e caratterizzata
dalla diagnosi di un diabete di tipo 1 all'età
di 3 anni, sia stata scandita dall'evoluzione
della gestione della malattia che ha caratterizzato
il secolo scorso. Dovette implorare per
essere ammesso alla scuola, a 9 anni, ma
nel 1971 era divenuto professore di medicina.
L'italiano Marco Peruffo [12] ha parlato
del progetto che ha condotto soggetti affetti
da diabete di tipo 1 alla scalata del picco
tibetano del Cho Oyu, sesta più alta
vetta del pianeta; esperienza utile non
tanto per raccomandare l'arrampicata a tutti
i diabetici di tipo 1, ma per dimostrare
che ciò non è impossibile.
Clare Rosenfeld [13], membro diciassettenne
dell'iniziativa International Diabetes Youth
Ambassadors (IDYA), ha spiegato come questa
abbia messo in comunicazione più
di 200 ragazzi di 27 paesi diversi, i quali
organizzano aiuti, principalmente per via
elettronica, per coloro che non ne sono
membri. Le donazioni che ricevono consentono
loro di spedire forniture di materiali salvavita
ad altri giovani sparsi per il mondo: mentre
molti adulti vedono nelle differenze etniche
e geografiche degli ostacoli, questi ragazzi
ne fanno una risorsa. La sua relazione ha
concluso in modo significativo i lavori
della sessione "Vivere con il diabete":
i giovani, che hanno beneficiato in modo
enorme degli sforzi compiuti dai loro predecessori,
hanno ora in mano le redini del futuro.
Le innovazioni giunte con la fine del 20°
secolo, quali la disponibilità di
reflettometri accurati e di pompe insuliniche,
hanno rivoluzionato l'autogestione della
malattia. Dopo molte "false partenze",
il trapianto di isole pancreatiche e il
monitoraggio glicemico realmente non invasivo
sembrano davvero sul punto di essere disponibili
entro qualche anno. Il diabete, divenuto
sempre più una condizione di vita
che non di morte, potrà diventare,
nei prossimi 75 anni, una condizione transitoria
tra la diagnosi e la somministrazione della
cura risolutiva.
Bibliografia di riferimento
- Wientjens W. The essential role of people
with diabetes in all actions carried out
against diabetes. Program and abstracts
of the 18th International Diabetes Federation
Congress; August 24-29, 2003; Paris, France.
- Turner B. Developing effective relationships:
lay associations with pharmaceutical industries.
Program and abstracts of the 18th International
Diabetes Federation Congress; August 24-29,
2003; Paris, France. "Partnerships:
Developing Mutually Advantageous Relationships
-- Lay Association With Pharmaceutical
Industry, Lay Association With Government"
Symposium.
- Barnett G. Developing effective relationships:
lay associations with governments. Program
and abstracts of the 18th International
Diabetes Federation Congress; August 24-29,
2003; Paris, France. "Partnerships:
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Symposium.
- Cohen C, Salome AM, Sadikot S. Workshop.
Designing successful micro public awareness
programmes. Program and abstracts of the
18th International Diabetes Federation
Congress; August 24-29, 2003; Paris, France.
- Muhlhauser I. How to organise diabetes
education on a large scale: the type 1
model. Program and abstracts of the 18th
International Diabetes Federation Congress;
August 24-29, 2003; Paris, France. "How
to Organise Diabetes Education On a Large
Scale" Symposium.
- Goldfracht M. Nationwide programme
for improving the care of diabetic patients
in primary care centres. Program and abstracts
of the 18th International Diabetes Federation
Congress; August 24-29, 2003; Paris, France.
"How to Organise Diabetes Education
On A Large Scale" Symposium.
- Rafique G. Women and diabetes. Program
and abstracts of the 18th International
Diabetes Federation Congress; August 24-29,
2003; Paris, France. "A Fight for
Justice" Symposium.
- Barrett E, Omarova M. Access to insulin
workshop. Program of the 18th International
Diabetes Federation Congress; August 24-29,
2003; Paris, France.
- Bowis J. Diabetes: from a European
Parliament angle. Program and abstracts
of the 18th International Diabetes Federation
Congress; August 24-29, 2003; Paris, France.
"Strengthening the Voice of People
With Diabetes" Symposium.
- Cairns D. A solo flight around the
world. Program and abstracts of the 18th
International Diabetes Federation Congress;
August 24-29, 2003; Paris, France. "Strengthening
the Voice of People With Diabetes"
Symposium.
- Correa RFO. Living near 60 years with
diabetes and teaching endocrinology. Program
and abstracts of the 18th International
Diabetes Federation Congress; August 24-29,
2003; Paris, France. "Strengthening
the Voice of People With Diabetes"
Symposium.
- Peruffo M. Climbing on top of Cho Oyu
(8153 metres, 26748 feet). Program and
abstracts of the 18th International Diabetes
Federation Congress; August 24-29, 2003;
Paris, France. "Strengthening the
Voice of People With Diabetes" Symposium.
- Rosenfeld C. Diabetes youth ambassadors:
a catalyst for change. Program and abstracts
of the 18th International Diabetes Federation
Congress; August 24-29, 2003; Paris, France.
"Strengthening the Voice of People
With Diabetes" Symposium
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