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18th International Diabetes Federation Congress |
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Paris,
France, 24-29 agosto 2003 |
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Alla
ricerca dell'insulina ideale
Nuove prospettive nella terapia
del diabete
di Luca Monge,
MD
In questi ultimi anni grazie ai risultati
sempre più convincenti di fondamentali
studi clinici, come il DCCT e l'UKPDS, è
aumentata la consapevolezza che una terapia
in grado di ottenere un livello di glicemia
vicina ai valori di normalità possa
ritardare l'esordio o rallentare la progressione
delle complicanze a lungo termine del diabete.
Una corretta sostituzione dell'insulina
mancante è pertanto la chiave della
gestione terapeutica del diabete che necessita
di insulina, sia che si tratti di un diabete
di tipo 1 che di tipo 2.
Un profilo glicemico vicino alla normalità
può essere raggiunto mimando il comportamento
dell'insulinemia di un soggetto non diabetico,
ovvero una produzione di insulina di base,
costante anche se minima, ma indispensabile
per il mantenimento di livelli stabili di
glucosio nel sangue, sommata a picchi rapidi
e brevi (30-60 min) ai pasti per utilizzare
correttamente il glucosio assorbito dall'intestino.
Questa strategia terapeutica, conosciuta
come "basal-bolus", deve combinare
il fabbisogno di insulina di fondo (basal),
che corrisponde a circa il 50% del totale,
con il fabbisogno di insulina suddiviso
fra i tre e più pasti (bolus); sappiamo
come a volte per raggiungere un accettabile
controllo del profilo glicemico sia necessario
ricorrere a più iniezioni sottocute
di insulina ad azione pronta, una per ogni
pasto, combinata con una o due iniezioni
di insulina ad azione ritardata per garantire
il fabbisogno insulinico basale.
Sino a qualche anno fa, nonostante la disponibilità
di un'insulina identica a quella umana,
non esistevano preparazioni che iniettate
sottocute fossero in grado di simulare adeguatamente
la normale produzione di insulina; da qualche
anno sono in sperimentazione e ora in uso
clinico delle insuline modificate: gli "analoghi"
dell'insulina umana. Gli analoghi sono insuline
mutanti, proteine non presenti in natura,
la cui forma è stata disegnata al
computer operando minime variazioni della
struttura molecolare; queste variazioni
hanno permesso di soddisfare le esigenze
di velocità o di stabilità
dell'assorbimento sottocute che l'insulina
umana non era in grado di garantire, senza
peraltro alterarne l'efficacia.
Da alcuni anni sono presenti in commercio,
anche in Italia, due analoghi ultrarapidi:
la Lispro e l'Aspart. Entrambe le insuline,
iniettate sottocute, sono in grado di garantire
un'adeguata simulazione del normale picco
di insulina al momento del pasto, ma spesso
richiedono l'uso associato di un'insulina
ad azione ritardata per il bisogno basale.
Attualmente vengono utilizzate le insuline
ritardate con protamina (NPH) o con zinco
(lenta e ultralenta). La prima presenta
il limite di un'azione troppo breve e della
presenza di un picco alcune ore dopo l'iniezione;
somministrata prima di coricarsi spesso
non permette di controllare la glicemia
al risveglio se non a rischio di ipoglicemie
notturne. Le seconde sono anch'esse inadeguate
soprattutto per l'eccessiva variabilità
di assorbimento dal sottocute e la conseguente
imprevedibilità nel controllo glicemico. |
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Una
svolta alla terapia insulinica può
essere data dall'introduzione in commercio
in Italia da questo settembre (in Germania
già disponibile dal 2000) di un nuovo
analogo ad azione ultralenta: l'insulina
Glargine. Questa insulina si differenzia
dalle sopra citate ritardate per un'azione
costante, senza significativi picchi, nelle
24 ore successive alla somministrazione;
nella fiala, dove è presente un ambiente
acido, l'insulina Glargine appare limpida,
in soluzione, ma quando viene iniettata
nel sottocute si ritrova in un ambiente
a pH neutro e si aggrega in microcristalli.
In tal modo viene prevenuto l'assorbimento
immediato ed inizia la costante e lenta
liberazione dell'insulina dalla zona di
iniezione che permette di simulare il normale
fabbisogno basale di insulina. Il suo uso
è stato approvato dalla Food and
Drug Administration americana per i bambini
con diabete di tipo 1 e per gli adulti (tipo
1 e 2), mentre non è ancora stato
approvato l'utilizzo in gravidanza. L'insulina
Glargine a causa del suo pH acido non può
essere mescolata con le altre insuline;
questo limite pratico viene compensato dalla
possibilità di iniettarla una volta
ogni 24 ore, ad orario fisso ma non vincolato
ad uno specifico momento della giornata,
e dall'autonomia completa dall'orario dei
pasti e dalla conseguente iniezione di insulina
pronta o assunzione di compresse.
Sul ruolo di questa nuova insulina nella
terapia del diabete abbiamo chiesto un parere
al Prof. Geremia Bolli, premiato a fine
agosto in occasione del Congresso dell'International
Diabete Federation con il Paulescu Award
proprio per gli innovativi studi clinici
sull'azione dell'insulina in vivo. Il Prof.
Bolli afferma che "le insuline oggi
a nostra disposizione sono infinitamente
migliori di quelle avute in passato",
e "che probabilmente sino alla terapia
genetica non sarà possibile ottenere
di meglio". Sull'insulina Glargine,
che il Prof. Bolli conosce direttamente
per alcuni studi clinici, citiamo il suo
sintetico, ma estremamente efficace, giudizio:
"Meno ipoglicemie, miglior compenso
del diabete, migliore stile di vita".
In conclusione, si prospetta per i pazienti
che necessitano del trattamento con insulina
una possibilità concreta e a portata
di mano di miglioramento della qualità
della cura così come della qualità
della vita. |
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dell'International Diabetes Federation. Questi
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congresso, e non vanno ovviamente considerati
parti integranti dello stesso.
I reportage dal 18° Congresso dell'International
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vista e le esperienze degli Autori e non esprimono
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