<% %> Infodiabetes.it - Congresso ADA 2003
40th Annual Meeting of the European Association for the Study of Diabetes (EASD)
Munich, Germany, 5-9 September 2004

Intervista ad Antonio Ceriello, vincitore del Premio Castelli Petroli
Alberto De Micheli

Antonio Ceriello ha vinto il prestigioso premio Castelli Petroli, assegnato ogni anno a scienziati europei che si siano distinti nel campo della istopatologia, patogenesi, prevenzione e trattamento delle complicanze del diabete, e ha tenuto a Monaco la Camillo Golgi Lecture sul tema:
“Is oxidative stress the pathogenic mechanism underlying insulin resistance, diabetes and cardiovascular disease? The ‘Common Soil’ hypothesis is revisited”.

Gli abbiamo rivolto alcune domande sulle recenti prospettive della ricerca sullo stress ossidativo nel diabete e sui possibili interventi terapeutici capaci di interferire sui processi di ossidazione.

  1. Abbiamo molto apprezzato la tua relazione a Monaco per il livello scientifico e la chiarezza del messaggio anche per chi non è strettamente addetto ai lavori. L’ipotesi dello stress ossidativo come elemento comune della genesi della alterata tolleranza ai glucidi nei suoi vari gradi e delle sue complicanze è estremamente stimolante.
    Puoi riassumere sinteticamente per i nostri lettori il legame fra iperalimentazione-aumento dello stress ossidativo ed insulino resistenza in distretti diversi?
    Un aumentato introito alimentare in termini di metaboliti utilizzati per produrre energia si riduce ad un aumentata disponibilità di glucosio e FFA. Entrambi questi composti sono trasformati in AcetilCoA, che a sua volta viene utilizzato dal mitocondrio per produrre ATP usando l’ossigeno.
    Durante questo processo, anche in situazioni normali, si producono radicali liberi. È evidente che fornendo al sistema quantità maggiori di AcetiCoA, derivante da un aumentato introito di glucosio e FFA che a loro volta derivano dal cibo ingerito, si producano quantità maggiori di radicali liberi. Questa situazione di stress ossidativo intracellulare viene contrastata in modo diverso a seconda della cellula nella quale si produce. La cellula muscolare liscia e l’adipocita diminuiscono la loro sensibilità all’insulina, allo scopo di ridurre l’ingresso dei nutrienti all’interno, producendo così uno stato di insulino-resitenza. In quest’ottica, quindi, l’insulino-resistenza è un meccanismo di difesa che le cellule mettono in atto contro lo stress ossidativo.

  2. Puoi riassumere il legame fra stress ossidativo, secrezione insulinica e danno beta cellulare con particolare riguardo al “circolo vizioso” fra iperglicemia postprandiale e stress ossidativo?
    Lo stesso meccanismo descritto sopra quando opera a livello della beta cellula produce in questa cellula un danno di tipo funzionale, che ne altera la capacità di secernere insulina. Giacché nella fase postprandiale, quando è presente iperglicemia, si produce stress ossidativo, questo altera nella beta cellula la prima fase di secrezione insulinica.

  3. Nella stessa prospettiva quale è il ruolo della iperlipemia postprandiale?
    I lipidi cooperano ed amplificano l’effetto della glicemia. Come ricordato sopra gli FFA, che derivano dai trigliceridi, conducono anch’essi alla formazione di AcetilCoA favorendo i meccanismi descritti sopra.

  4. Quali pensi potranno essere gli interventi sullo stile di vita o farmacologici capaci di prevenire il diabete e/ o le sue complicanze interferendo con lo stress ossidativo? Oltre ai farmaci che hanno “anche” effetto antiossidante, pensi che in futuro utilizzeremo farmaci specifici?
    Gli interventi sullo stile di vita rimangono gli stessi già noti: meno cibo (quindi meno glucosio e FFA, meno AcetililCoA, meno stress ossidativo) e attività fisica.

Farmaci specifici, probabilmente, sono già in arrivo: sono in studio mimetici dei principali enzimi antiossidanti intracellulari, quali SOD e catalasi, che possono facilmente passare la membrana cellulare e quindi agire in sede, così come inibitori specifici della produzione di radicali liberi a livello mitocondriale. Non bisogna, però, dimenticare che abbiamo già molti farmaci già disponibili, quali gli ACE inibitori, i sartanici, le statine, alcuni calcio antagonisti ed i glitazonici, che agiscono in modo specifico su questi meccanismi.


Antonio Ceriello
 

Antonio Ceriello è Professore di Medicina Interna e Direttore della Scuola di Specializzazione in Geriatria dell’Università di Udine, Adjunt Professor of Medicine all’Università di Oklahoma City (USA), cattedratico di Endocrinologia ad Honorem alla Università di Warwick (UK). Ha pubblicato oltre 170 lavori originali in area diabetologica e numerosi capitoli di testi. È revisore di numerose riviste, fra cui l’American Journal of Physiology, Circulation, Circulation Research, Diabetes, Diabetes Care, Diabetic Medicine, Diabetologia e Lancet; dall’agosto 2004 è Associate Editor di Diabetes Care. Antonio Ceriello è anche consulente del National Institute of Health (USA) per il programma di ricerca 2003-5 sulla malattia cardiovascolare e il diabete tipo 1. In questo impressionante curriculum due fatti per noi importantissimi: Antonio è il Presidente della sezione Friuli- Venezia Giulia di AMD nonché membro del Centro Studi e Ricerche di AMD.

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